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Scoot-a-Route: Monti Sibillini in Vespa e Lambretta

Monti Sibillini in Vespa e Lambretta. Spettacolo puro!
Monti Sibillini in Vespa e Lambretta. Spettacolo puro!

Scoot-a-Route: Monti Sibillini in Vespa e Lambretta.

Vi sveliamo i Monti Sibillini in Vespa e Lambretta! Prendiamo così la palla al balzo per presentarvi la nostra nuova rubrica SCOOT-A-ROUTE dedicata al turismo a medio e lungo raggio!

Un itinerario, 4 giorni, 1000km (circa) e 6 amici. Cosa può esserci di meglio?

Parola d’ordine: PERDETEVI.

Senza dubbio questo 2020 verrà ricordato per sempre come una sventura lunga 12 mesi. Covid-19, lockdown, conseguente crisi economica, turismo da reinventare, stagione scooterista da rimandare interamente al 2021, cervello alla ricerca di una continua via di fuga, che siamo sinceri, CI manca… La preparazione dello scooter per la partenza, il rituale, la borsa con gli attrezzi, la bobina di ricambio, la tuta anti acqua, l’attesa per gli “altri” al solito posto, sono tutte abitudini che abbiam perso… Quindi, nell’attesa della normalità (anche se normali non siamo…), per quest’anno abbiamo studiato qualcosa di diverso, che in realtà stavamo bramando da diversi anni. E alla fine ci siamo detti: “ma si dai, perchè no?!”. Al che, il prode Dani R., si immola subito a Tour Operator e propone, dopo circa 12 secondi di calcolo mentale durante una serata qualsiasi in officina, “Facciamo i Monti Sibillini in Vespa e Lambretta! Che ci vuole!”

L’itinerario consigliato si snoda su 4 giorni, con tappe giornaliere di circa 200km, in modo da poter godere al 100% la strada, senza l’assillo di arrivare o fare buio sul ciglio di una strada a 1200 metri sul livello del mare per un qualsiasi tipo di guasto. Vi consiglio, per affrontare al meglio i Monti Sibillini in Vespa e Lambretta, una ciclistica tendenzialmente morbida, vista la ricchezza delle strade dissestate (difficilmente incontrerete pupazzi su BMW GS o Yamaha R1 su alcuni tratti…). Gomme abbastanza intagliate, come le ottime SIP Classic, autentici carrarmati in grado di farvi agevolmente sfregare cavalletti e pedane nei tratti più “garosi” (e ne troverete…). Per il resto, abbiamo utilizzato mezzi abbastanza stock: un T5 ed un PX200 praticamente originali, un T5 con kit 166, un PX150 con Polini 177 e 2 Lambretta, una con kit BGM 195 RT e l’altra con lo storico Mugello 186 V2 fedele alla linea dal 2005 e con oltre 80mila km percorsi in giro per l’Europa. Assicuratevi di revisionare i vostri scooter prima della partenza perchè, vi ripeto, alcuni tratti di strada sono abbastanza Hardcore. Quindi serrate mozzi, cerchi, ralle delle forcelle, controllate ammortizzatori e date una stretta qui e la alla bulloneria! Se poi volete avere tutto il “necessarie” date uno sguardo qui:

TAPPA 1 – da Siena (SI) a Polino (TR) – KM 209 – Difficoltà: EASY.

Il nostro viaggio verso i Monti Sibillini parte di Giovedì da Siena, e questa è già una grossa fortuna perchè ci troviamo subito ad attraversare la Val d’Orcia, con alcuni dei panorami più belli ed invidiati del pianeta a fare da cornice. Attraversiamo in rapida successione lungo la Cassia (SR2), Buonconvento, Torrenieri, San Quirico d’Orcia, Bagno Vignoni, Bagni San Filippo (tutte zone termali alle pendici del Monte Amiata…), Centeno, Acquapendente, spingendoci fino al confine con Lazio e Umbria, dove abbandoniamo la Cassia SR2 per l’SR74 direzione Poderetto.

La prima sosta enogastronomica la facciamo da Ciccio alla Capannaccia, carbonare, funghi, tartufi e agnello come se piovesse. Tutto all’ombra di una veranda dove frescheggiare!!

Dopo pranzo (prendetevi un paio d’ore per godere!) il nostro viaggio verso Monti Sibillini in Vespa e Lambretta, prosegue ballando sul confine Umbria/Lazio sulla SR74 verso Castel San Giorgio e Osteria di Biagio, quindi sulla SP54, la SP6, dove spunta ogni tanto Bagnoregio, e la SP55 in direzione Sermugnano, dove si devia sulla SP5 e la SP19, proseguendo quindi per Alviano sulla SP11e SP30, con i cartelli stradali che cominciano la litania Terni, Narni, Amelia, degna di una piccola stazione ferroviaria vista Tevere. Seguendo la SS205 in una bella strada che spazia dal misto stretto al misto veloce si arriva a Terni, dove basterà seguire le indicazioni per la Val Nerina e la Cascata delle Marmore per imboccare presto la SP209 (io mi sono chiaramente perso!).

Mi raccomando, rendete omaggio alla lapide commemorativa dedicata a Libero Liberati (campione del mondo in moto nel 1962) che troverete prima della salita in Val Nerina!

Libero Liberati!

Avvicinandosi alle Cascate delle Marmore, percorrendo la SP209, potrete vedere il fiume che si getta nel vuoto in mezzo ad un arcobaleno, se siete fortunati, senza aggiungere deviazioni o soste!! Arrivati a Casteldilago, dovrete seguire le indicazioni per Arrone e Polino sulla SP17. La strada per gli ultimi 10 km si arrampica sulla montagna con pendenza e vista degne di nota! L’ultimo sforzo! Noi abbiamo alloggiato in questa zona per la prima notte! Non mi sento però di consigliarvi il nostro “resort”…

TAPPA 2 – da Polino (TR) a Colfiorito (PG) – KM 203 – Difficoltà: MEDIUM-HARD

Qui si comincia a fare sul serio. Il risveglio a Polino è l’autentico preambolo della giornata. Montagna, tornanti, buche, strade da panico, panorami da urlo ma anche tanta amarezza ed emozioni contrastanti tra la bellezza del paesaggio e le condizioni di molti paesi devastati dal sisma di 4 anni fa’.

Polino, ritorno al futuro!

La salita verso il paese arroccato nei monti di Polino sulla SP17 funziona da macchina del tempo, ci fermiamo infatti nella piazza principale e dietro la fontana è facile trovare le anziane a fare il bucato usando i vecchi lavatoi, dove l’alimentari è ferma alla metà degli anni 90 e basta il rombo delle nostre vecchiette ad attirare il pubblico degli attempati locals tra un “io la Vespetta l’avevo nel 67” ed un “ma da Siena con queste venide?” Teatro perfetto per qualche scatto e qualche suggestiva ripresa!

Dopo la colazione spieghiamo che punteremo verso Leonessa percorrendo la strada “vecchia” in mezzo alle montagne e ci danno un prezioso avviso: “Schivi una buca e ne prendi due…”

Questa è la parte dell’avventura in mezzo ai Monti Sibillini in Vespa e Lambretta che preferisco. Da Polino a Leonessa sarete in estasi. Se la prima parte, quella sul confine Lazio/Umbria, ha un manto stradale improponibile, si compensa ampiamente con i paesaggi. Nel tratto prima di arrivare a Villa Pulcini, vi sembrerà di essere veramente “Into the Wild”, troverete solo qualche ciclista in Mountain Bike e qualche pellegrino in viaggio verso Cascia. Solo nuvole, montagne, il sole che vi abbaglia ed i vostri amici in sella agli scooter. Brividi veri. Un tragitto emozionante quanto impegnativo!

PERDETEVI.

Arrivati a Leonessa tornerete alla civiltà e troverete la SR471 ad attendervi, in una discesa da ricordare verso il Gran Sasso, vero e proprio “paradiso delle piega”. Si supera Albaneto, Posta, Borbona e si arriva a Ville di Fano per il rifornimento! Vorremmo andare a Campo Tosto, sul lago, ma è ora di pranzo, siamo molto vicini ad Amatrice e se deviamo per Aringo, sul lago ci torniamo dopo mangiato! Ma il pranzo è lungo e tempestoso, il programma prende una piega differente. Ci ripromettiamo di tornare al Lago di Campo Tosto e di spingerci ancora più a Sud la prossima volta.

La SS260 è puro godimento. Asfalto perfetto o quasi, curve e controcurve, in un valzer tra Abruzzo e Lazio, via via scorrono sotto le ruote Roccapassa e Configno ma cominciano purtroppo a materializzarsi le avvisaglie che un cataclisma porta con se. Arrivare ad Amatrice è un tuffo al cuore.

Abbiamo preferito non scattare foto e non effettuare riprese per rispetto della popolazione Amatriciana, ancora alle prese dopo 4 anni con un paese totalmente da ricostruire, dove intere palazzine adesso sono un agglomerato di macerie dalla quale spuntano panni stesi, scaldabagni, gambe di sedie e divani che una volta facevano parte della normalità. Se potete, supportate ancora di più queste zone, venite a vedere, fermatevi a mangiare nella zona food. Noi abbiamo scelto la Campagnola, ma ce ne sono molti altri di ristoranti. Nel nostro piccolo anche un piatto di pasta e una sfilza di arrosticini possono aiutare! I locali sono duri come chiodi e hanno un cuore grande, in ogni paese che attraversi, con schiere di prefabbricati tutti uguali, la gente dalle staccionate e dai giardini saluta, ti incita come fosse il giro di Italia. Ad ogni sosta di questi Monti Sibillini in Vespa e Lambretta, nelle zone più colpite dal sisma, ci toglievamo il casco, su di giri per la bellezza della strada e dei panorami, ma poi calava il silenzio, immediato. Un contrasto che probabilmente non avevamo mai provato in strada. O meglio, nella vita.

Lasciata Amatrice, ci dirigiamo verso Accumoli, altra zona colpita dal sisma, e salta all’occhio che tanti paesi sono ancora interamente imbrigliati nei dispositivi di sicurezza e quasi totalmente disabitati, soprattutto quelli più piccoli. Imbocchiamo quindi la Flaminia SS4, in direzione Arquata del Tronto, per affrontare Forca di Presta SP89 (Forche Canapine chiusa al traffico) e quindi arrivare nello spettacolare altopiano di Castelluccio di Norcia, roba da brividi!!!

Forca di Presta. Godimento al bitube.

La salita da Forca di Presta è l’ennesimo ballo sui confini dell’Umbria e delle Marche, all’ombra del monte Vettore, lungo la SP477. Sulla sinistra, montagne e foreste a perdita d’occhio. Il lungo rettilineo che porta sulla sommità della conca che contiene Cavalluccio di Norcia è degna di un videogioco. Poi si spalanca un capolavoro che nessuna mente umana avrebbe mai potuto concepire.

Perdiamo decisamente la cognizione del tempo. Ci si arrampica a piedi nel prato, si rimane in contemplazione assoluta. Uno spettacolo unico al mondo. Inutile andare lontano. L’Italia ancora una volta è imbattibile per la varietà e la mutevolezza dello scenario. Adrenalina ed endorfine allo stato puro. Il vento ci accarezza, i fili d’erba ondeggiano al sole e il rumore delle nuvole che si spostano fanno il resto. Perdetevi. L’orologio rimane in fondo a qualche tasca. Solo le 2 ruote hanno questo potere. Viaggiare in Vespa e Lambretta è un gesto d’amore.

Si riparte controvoglia, anche questa tappa dei Monti Sibillini in Vespa e Lambretta si sta per concludere, attraversiamo a filo gas la piana di Castelluccio, la ferità del terremoto è ancora aperta, il paese è devastato. Ma qui, nei campi, i trattori e le mietitrebbie sono a pieno regime per la prossima fioritura. Questa gente non si piega e non aspetta. Grandi.

Usciamo dalla conca, si imbocca la SP136, direzione Gualdo. Castelluccio di Norcia alle spalle, non me lo levo dalla mente. Curva su curva si passa sulla SP134, ci fermiamo a bere alle fonti, la transumanza a 2 tempi! La strada qui è rapida, misto veloce. Seguendo le indicazione per Borgo Sant’Antonio, imbocchiamo la SP209, fino a Pieve Torina. Compaiono le frecce per Colfiorito, la fine della nostra seconda tappa. Alloggiamo all’Hotel Villa Fiorita, ci concediamo un tuffo nella piscina gelida prima del meritato riposo! 203km di godimento!

Si frescheggia!!

TAPPA 3 – Da Colfiorito (PG) a Peglio (PU) – 137 KM – Difficoltà: MEDIUM

La terza tappa del nostro viaggio è abbastanza corta, solo 137 km, ma l’itinerario che si perde in mezzo alle montagne antistanti Serravalle del Chienti, Copogna, Sefro sulla SP79 è veramente bello e sperduto. Probabilmente incontrerete solo qualche ciclista. Spuntano dalla foresta alcune rovine degli avamposti del Duca di Camerino, a guardia dei suoi territori. Si abbandona la SP79 per la SP361 a Pioraco, e quindi la SP9 a Bivio Ercole, ancora una volta in equilibrio sul confine tra Umbria e Marche, si supera nel fondovalle Campottone, Serradica e si cambia ancora strada a Campodiegoli, dove la SP47 e la SP16 diventano momentaneamente la nostra casa.

Perdiamoci ogni Tanto!

La striscia di asfalto è un bel misto veloce, i km passano sotto le ruote come nulla fosse, dopo Coldellanoce, si devia sulla SP360 e si sale nuovamente sulle montagne, fino a Valdorbia, dove imboccando la SP50 si sale di quota in mezzo alla foresta. Arrivati a Chiaserna, la svolta, l’ennesima, inaspettata di questo tour dei Monti Sibillini in Vespa e Lambretta, il Bar Ristorante Pizzeria il Cactus, che ci offre una delle migliori carbonare mai mangiate!! Sosta OBBLIGATORIA! Ci rimettiamo in sella con la pancia che esplode e le nostre fasce per la schiena non ne vogliono sapere di stare chiuse! La strada scivola facile e veloce, si supera Cantiano e si arriva ad Acqualagna sulla SP3. Si svolta per Urbania e quindi per Peglio dove ci fermiamo all’Hotel Balcone sul Metauro. Sembra si essere nell’85. Bagno in piscina immediato.

A fine pomeriggio, giusto in tempo per qualche aperitivo, gradita visita dei nostri amici del Gruppo 70 e dei Guai in Marcia SC. Ci perdiamo molto volentieri in chiacchiere!

TAPPA 4 – da Peglio (PU) a Siena (SI) – 164 KM – Difficoltà: EASY

Si parte con calma, il chilometraggio è basso e la strada è molto scorrevole. Da Peglio si ritorna verso Urbania e quindi si segue le indicazioni per Piobbico e Apecchio (SP257), facendo così il valico di Bocca Serriola. L’itinerario è molto agevole, si sale molto velocemente, nel weekend è possibile trovare del traffico, ma molti centauri preferiscono fare Bocca Trabaria, molto più scenografica e tortuosa! In pochissimo tempo si arriva a Città di Castello.

Cambiano repentinamente sia gli scenari che le temperature! Ci ricordiamo che è Agosto! Seguendo le indicazioni per Monterchi e quindi Ville di Monterchi, se avete un certo languorino vi consiglio l’Osteria da Aldo e Teresa, poche curve sulla strada vecchia SS73…

Pasta fatta a mano, fegatelli, polpette, crostini, affettati da farsi male. Tutto condito da vino bianco locale sotto zero… Merita veramente!

Da qui si prosegue arrivando ad Arezzo, sempre sulla SS73, la Senese Aretina. Le indicazioni per Siena, Monte San Savino cominciano a farsi sempre più frequenti. Decidiamo che questo giro dei Monti Sibillini in Vespa e Lambretta non può finire con la 4 corsie. L’itinerario sulla SS73 è spaziale, ancora dopo anni non mi stanco, sullo sfondo da Palazzuolo si intravede lontano sulla sinistra la Valdorcia bruciata dal sole. Davanti a noi piano piano si vede una Siena in miniatura. Purtroppo è finita. Ma ne è valsa davvero la pena!

4 giorni, 6 amici, Vespa e Lambretta, solo (o quasi) strade sperdute, circa 1000km. Devo aggiungere altro!?

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