RIDDEN NOT HIDDEN
Questa scritta, che si poteva leggere sul cofano della sua Lambretta, spiega in poche parole quello che lo scooterismo era per il Barba.
Passione e bellezza ma anche fatica, scomodità e soprattutto chilometri.
Per il Barba lo Scooterismo si fa in sella, con qualsiasi condizione atmosferica e indipendentemente dalla distanza.
Per Barba i furgoni servivano solo per recuperare scooter guasti o per acquistarne di nuovi.
Talvolta succedeva che anche lui finisse il viaggio in furgone a causa di qualche rottura (rottura di chi scrive ndr) e in quei momenti sfoggiava il suo migliore veneto brontolando “Furgoni de merda!” fino all’arrivo.
Gli scooter si usano, si portano in giro e se non lo puoi fare tanto vale darli via.
La parte più importante dello scooter per lui era il motore.
Lo scooter prima di essere bello deve andare bene, deve portarti in giro, meglio se in poco tempo (leggi “andare forte”).
Un restauro perfetto o una customizzazione da paura non avevano senso se non riuscivi a fare un minimo di strada o se impiegavi ore per fare un centinaio di chilometri.
Questa è l’idea che ha portato alla nascita di Ghisaspeed, dare la possibilità ad ognuno di poter “mettere le mani” al proprio scooter senza dover impazzire.
Barba diceva sempre (nella vita di tutti i giorni, dalla cucina al garage) che per riuscire a fare le cose bene ti servono gli attrezzi giusti.
Con gli attrezzi giusti fai prima e fai meglio.
Perchè prendere a martellate un povero motore (chi scrive ignora la quasi totalità dei nomi delle parti del motore ndr) quando con il giusto estrattore fai prima e magari salvi anche il pezzo?
Alcune mattine il Barba dava il buongiorno con la proposta di un attrezzo che secondo lui avrebbe potuto aiutare in un determinato inghippo da garage ma non si aspettava una risposta, era un riordinare le idee a voce alta..
“Scooterismo & Garagismo vs Scooterismo & Modernismo”.
Una delle tante battute del Barba per chiudere le discussioni con una risata..
Barba era allergico agli alberghi e alle serate troppo patinate, aveva un’adorazione per i vecchi scooteristi inglesi o tedeschi che viaggiavano (e riparavano mezzi) sotto il diluvio, che dormivano in tende scrause e che cucinavano su fornelletti da campo..
Per Barba se un raduno era in posti impervi e con poche comodità (vedi Scootermaister) guadagnava subito un posto nel suo cuore.
Barba amava i raduni ma soprattutto amava gli Scooterclub e gli Scooteristi, non i Lambretta o Vespa Club ma gli appassionati come lui che si ritrovano al bar e chiacchierano di motori, raduni, musica e calcio.
L’idea di club per Barba era quella di amici che non solo girassero in tanti ma che si trovassero la sera a disquisire di elaborazioni nei vari garage.
Motori, elaborazioni, raduni ma non solo. Cucina, gatti, acquari, giardinaggio, libri, giochi e musica. Poliedrico nella sua vita, si vedeva molto bene dalle sue scelte musicali. Northern soul, boogaloo, ska, punk, reggae, oi.. I suoi dj set erano lo specchio della sua personalità dove chiunque riusciva a trovare il suo spazio per ballare.
Tutto ciò che era Barba lo si può trovare nei raduni scooter: chilometri, far festa, mani sporche e amicizia.
Bina
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