Mod! Intervista con Naska degli Statuto!

Mod! Intervista con Naska degli Statuto!

Ciao Naska, innanzitutto grazie del tempo dedicatoci! Continuiamo il nostro viaggio alle prese con l’essere mod oggi! Con il nostro progetto Scooterismo.it stiamo analizzando la storia delle sottoculture che hanno come mezzo di locomozione preferito le nostre amate Lambretta & Vespa! Per chi non ti conoscesse (Pochi…) diciamo che sei il batterista di una delle band più amate da Mod , Ultras, Skin & Scooteristi! Gli STATUTO!
Per noi che siamo cresciuti con le vostre canzoni Skankeggianti, il tema degli Scooters è sempre stato ricorrente e di attualità! Per introdurre la tua intervista vorrei citare una strofa di “Sole Mare” (pezzo del 2002 in collaborazione con i sempre torinesi Righeira dove viene raccontata una tipica vacanza verso Rimini tra amici anni 80/90) dove si sente: “Con la Lambretta ho fuso a Piacenza e mi son speso tutto per poterla rispedire!”

SC- Allora Naska, partiamo dalle Basi! Anche se te l’avranno fatta migliaia di Volte questa domanda… Come si scopre di essere Modernisti? Qual’è la Scintilla che scatta e incendia il pensiero che si tramuta poi in stile di vita?

Naska- La mia scintilla è scattata nei primi anni del liceo. Ero già appassionato di Beatles dai tempi delle medie, poi un mio compagno mi parlò dei Jam e di un gruppo torinese si chiamava Blind Alley e di lì si mi aprirono la porta al mondo mod. Era il 1982 e a Torino avevano da un paio d’anni incominciato a trovarsi i primo mods in piazza statuto. Nell’autunno di quell’ anno incontrai casualmente un paio di loro in un negozio di dischi. La mia spilla degli Who attirò la loro attenzione e da allora iniziai a frequentare Piazza Statuto. Il motivo non saprei spiegarlo, era una cosa che mi piaceva e tutto ciò che girava attorno mi affascinava. Per me che ero un ragazzino timidissimo e di sicuro non cresciuto fin a quel momento sulla strada tutto quel mondo nuovo era una scoperta. Non è stata un infatuazione momentanea o un fuoco di paglia come per tanti altri miei coetanei, sia contemporanei che futuri, che poi sarebbero stati riassorbiti dall’ humus nel quale erano cresciuti
SC- Di solito “essere Mod” coincide con dei dogmi imprescindibili come Parka, Rabbia & Stile. Nell’immaginario collettivo il modernismo viene collocato come una “sotto” cultura Giovanile… Dopo 30 anni cos’è cambiato, se qualcosa è cambiato? Cosa è “essere Mod” in età “Adulta”?

NS- E’ corretto, secondo me, etichettare come sottocultura. Per me è un’attitudine di vita che va ben al di là dell’aspetto estetico o della musica. Questi fattori sono quelli immediatamente connotabili, ma la voglia di non essere omologato per me è adesso uguale a quella di 35 anni fa. In molti quando parlano di sé dicono di essere diversi, ribelli, ma spesso vedo che poi ricadono nei cliche’ dell’ “alternativo” . Per me essere mod è essere un individualista, non scendere a compromessi per raggiungere obiettivi e andare dritto per la propria strada. Penso che queste pure caratteristiche siano proprie dell’indole intrinseca anche degli Statuto.

SC- Con gli Statuto siete sulla breccia dal 1983. Prendete il nome dall’omonima piazza torinese dove di fatto ancora oggi vi ritrovate, ma quando viene scelta la location? Ma i primi modernisti sicuramente sono arrivati prima…. Chi sono stati i pionieri Mods della tua zona?

NS- La location fu scelta per pura comodità logistica. Una piazza spaziosa, con panchine, centrale e facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici dai giovanissimi mods che all’ epoca non avevano scooters né tantomeno auto. La cosa bella di Piazza Statuto Mod è che ad oggi la frequentano ancora attivamente alcune persone che iniziarono tutto nell’80/81, ti parlo di Lele e Davide in primis. Il sabato pomeriggio puoi trovare mods di 50 anni e più a fianco delle nuove leve di ventenni e tutto questo senza che in tutti questi anni non ci sia mai stata una pausa o un’interruzione nel movimento torinese.
SC- Come al solito per le nostre amate culture da “Strada” si guarda verso la terra di Albione, ma come ci si teneva informati sulle ultime news in fatto di “moda”, musica & eventi? Quali erano i negozi preferiti? Quali le migliori Fanzine su cui ti è capitato di buttare gli occhi?

NS- Le fanzines erano un po’ i bollettini con le novità. La mia prima fu Faces redatta da Tony Face di Piacenza, ma ricordo bene anche Drynamyl a Milano. Ovviamente niente internet! Quindi se eri fortunato di vivere in una città con negozi di dischi che importavano dall’ UK alcune novità potevi comprarti qualche disco. All’ epoca i Jam erano la band n°1 in Inghilterra e mi sembra impossibile che qui in Italia, a parte i Mods, nessuno li conoscesse.
Per i vestiti c’erano i mercatini dell’usato e per fortuna non c’era la moda del vintage quindi la preoccupazione non era di trovare dei vestiti anni ’60, ma di trovarli del colore che ti piaceva o della tua taglia. Discorso diverso per i Parka che erano merce rara, bisognava andare a Milano o a Londra. I primi che andarono a Londra infatti tornarono carichi di vestiti e accessori per gli scooter!!
SC- Nei testi degli Statuto ci sono spesso canzoni o strofe dedicate anche a Skins e Ultras. Nonostante un immagine prettamente Mod alla fine è difficile a volte trovarvi l’esatta collocazione in qualche movimento! Vi siete lasciati influenzare dal vostro pubblico nella scelta dei brani?

NS- Non sono d’accordo che gli Statuto non siano collocabili in un movimento se non in quello mod al 100%. Tutta la nostra attività è sempre stata caratterizzata dalla connotazione mod, sia estetica che musicale che ideologica, in qualsiasi contesto, dal centro sociale a Sanremo. E’ vero poi che le canzoni degli Statuto trattano in gran parte di esperienze o situazioni vissute in prima persona, di qui “Ragazzo Ultrà” o “Piero Lo Skin” dedicata a Piero uno dei primi skin di Torino, morto poi tragicamente nel 1998.

SC- Parlando di Scooters… Meglio la Lambretta o la Vespa? Attualmente possiedi qualche scooter? Qual’è stato il tuo primo scooter? L’avevi personalizzato in qualche maniera? Escluso lo stile Mod Scooter con i Xmas tree pieni di luci e accessori, quale altro stile ti affascina?

NS- Ho una Vespa 200 Rally ed è l’unico scooter che abbia mai posseduto. A livello estetico ha passato varie fasi, da quello super accessoriato a quello attuale, cioè riverniciato con il colore originale e senza piu nessun accessorio, ‘al naturale’ come uscito di fabbrica. Sinceramente non mi è mai piaciuto l’arte del ‘ritaglio’ della carrozzeria, a me lo scooter piace perchè ha una linea imprescindibilmente riconoscibile ed elegante. Ovviamente ti parlo degli scooter vespa / lambretta classiche, i modelli piaggio più recenti non mi fanno impazzire!

SC- Riguardo al movimento Mod italiano, la sua golden era sono gli anni 80 primi 90, il crocevia secondo il parere di molti è stato il raduno di Rimini! Eri un assiduo frequentatore? Raggiungevi Rimini in sella del tuo scooter?

NS- Da quando ho acquistato lo scooter nel 1984 sono sempre andato al raduno di Rimini in vespa, fino ai primi anni ’90. Però quest’anno, dopo tanti anni ho avuto il piacere di andare a cattolica in Vespa, ed erano anni che non facevo un viaggio lungo. Devo ammettere che dopo il ‘restauro’ del 2010 ho usato la vespa con parsimonia, quasi con paura di rovinarla, ma dall’anno scorso ho pensato che non ha senso tenerla in garage e usarla solo in città quindi mi sa che a breve farò altri viaggi

SC– Hai qualche ricordo in particolare riguardo Vespe o Lambrette Personalizzate di quel periodo? Ricordi qualche aneddoto dell’avvento degli Scooterboys, (che di fatto daranno poi il via alla FISCA e successivamente alla SIR)?

NS- Seconda metà anni ’80 ho visto anche in italia i primi scooters tagliati, ma ti ho già espresso prima i miei personali sentimenti in merito. Ammetto di non aver mai frequentato raduni scooters recandomi in Vespa, quindi ammetto che non sono neanche mai andato al raduno dell’Elba!
SC- Ultima domanda, come vedi nel 2018, la scena Mod, Skin, Ultras & Scooterista? In un periodo così di basso profilo per la musica e la società, ci potrebbe essere terreno fertile per una rinascita delle sopracitate correnti? Abbiamo ancora bisogna di Rabbia & Stile!!

NS- Andando a suonare costantemente negli anni ho un po’ il polso della situazione e in effetti questi non sono momenti di particolare appeal verso le nuove generazioni verso le scene alternative. Però come per tutti gli anni ’70 il movimento mod ha continuato a vivere per poi riesplodere nel ’79 sono sicuro in una nuova ondata di revival prima o poi. Basta aspettare qualche fenomeno musicale che sposti l’attenzione non è poi così difficile

SC- Grazie ancora Naska per il tempo che ci hai dedicato!!

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    Da quasi 20 anni "on the Road" tra Vespe & Lambrette. Una passione Infinita fatta di Km, mani sporche di grasso e goliardia; il tutto a ritmo di Northern Soul, Ska, Britpop & Punk! Anonima Scooterists & Green Onions SC

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