The Scooterboy’s Corner #5 – Stile Estremo: i Cutdown

The Scooterboy’s Corner #5 – Stile Estremo: i Cutdown

Cutdown? Mai sentito questo termine? No?! Allora prosegue il viaggio alla scoperta degli angoli e delle galassie più recondite dello Scooterismo con lo Scooterboy’s Corner. Negli articoli precedenti abbiamo analizzato e scandagliato il sommerso legato alle frange più estreme e pittoresche legate agli scooter più amati al Mondo, Vespa & Lambretta.

Per chi non avesse letto le precedenti uscite, che sono state pubblicate su “L’Officina del Vespista”, siamo partiti con le linee guida per farvi comprendere al meglio da dove vengono gli stili più disparati che, magari involontariamente, state adottando, con relativa sostanziosa spesa in termine economici, sulla vostra Pride & Joy a 2 ruote. Facciamo un breve recap/infarinatura per chi se le fosse perse!

Specchietti, cromature, accessori ed elaborazioni sulla quale avete deciso di “buttare” svariati fogli da 100€, non sono li per caso. Qualcuno prima di Noi ha dettato i canoni estetici. Di riflesso abbiamo assorbito, traslato nel subconscio e quindi adattato, in maniera tutta Italiana, svariati stili. Mod, Street Racer, Rat Rod, Street Sleeper, per molti di noi, sono termini che non ci appartengono solo a livello di idioma.

Involontariamente la Nostra Specialina Falc da 30CV, senza tanti fronzoli e lasciti estetici, rispecchia perfettamente una Street Racer o una Sleeper, pronta ad impennare e a far mangiare la polvere a mezzi con il triplo della sua cilindrata! Oppure avete in officina una Vespa GS 160 piena zeppa di accessori “Period Perfect” degna, come abbiamo già visto, di Ace, il Mod – Facchino, interpretato da Sting nel film Quadrophenia. Vi sembreranno tutti mezzi unici e personali, ma qualcuno prima di Voi ha già tracciato la strada! In Italia, parlando di Cutdown, ci sono stati delle realizzazioni inconsapevoli, disperse qua e la per lo stivale, dove alla ricerca di prestazioni, si riprofilavano gli scudi e si eliminavano parafanghi. Uno su tutti è il Romagnolo Paganelli, che era solito ridurre al minimo sia lo scudo che il parafango anteriore delle proprie Lambretta!

DL by Paganelli ! Cutdown made in Italy!

Come abbiamo potuto apprendere nel nostro Viaggio, dalla fine degli anni 60 in poi, il Regno Unito ha sempre avuto un debole ed una lunga storia di amore con gli scooter made in Italy.

I motivi sono molto semplici. Il tessuto sociale Italiano, pur geniale ed estremamente brillante nel tracciare sapientemente le linee dei capolavori fabbricati a Pontedera o Lambrate, ha sempre tralasciato contesti particolari. Soprattutto se legati a determinate scene musicali e/o a sottoculture giovanili che sono arrivate nello Stivale sempre con il contagocce, mistificate e demonizzate dai media, che hanno sempre equiparato il mondo Vespa (soprattutto) e Lambretta allo stereotipo Vacanze Romane o al più triste degli hippie con le camicie di lurex, i pantaloni a zampa ed il catenone col simbolo della pace al collo. Roba da ditate negli occhi, come si dice dalle mie parti….

Il Regno Unito, al contrario, è sempre stato un calderone ribollente di spiriti più o meno liberi e ribelli. Loro hanno avuto Beatles, Rolling Stones, Who, Yardbirds, Sex Pistols, Clash, una scena musicale unica come il Northern Soul, poi il Glam, il Punk, il Modernismo, la Swinging London dei 60’s, la scena Rave, gli Hooligans ed i Casuals, strettamente legati al calcio, e gli Scooterboys, senza scendere ulteriormente nei particolari. Tutte queste “situazioni” hanno contribuito a creare riti tribali, canoni estetici e modi di intendere la vita e, nel nostro caso gli scooter, ben definiti.

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Suedehead?

L’Italia, si, poteva contare sul buon cibo, Carosello alla TV, Claudio Villa alla radio, il Festival di Sanremo, Maracaibo cantata a squarciagola. Il massimo della trasgressione è stato, probabilmente, il fenomeno Beat, preso in prestito dalla Gran Bretagna e dagli USA. Moda, musica e stile di vita, nel Bel Paese, rispecchiavano maggiormente la “Normalità”. “Comportati bene che poi lo sai che dicono i vicini…. “Trovati un lavoro, costruisciti una famiglia, comprati una casa, metti fieno in cascina. Come cantavano i CCCP: Produci, Consuma, Crepa. Niente di più, niente di meno.

Nei 60’s come abbiamo visto, gli scooter in Gran Bretagna venivano usati dai Mods come status symbol nel “vivere pulito in circostanze difficili”, in Italia come veicolo necessario per poter andare a lavorare (stiamo un po’ esagerando per rendere al meglio l’idea…)!

Un esempio fulgido fu’ la necessità della Innocenti di cambiare i colori per i modelli destinati alle esportazioni. Con schemi più sgargianti ed accattivanti per attrarre i giovani (vedi Numero 52 de “L’officina del Vespista, con le Dealer Specials). Dalle nostre parti andava bene il grigio perché era abbastanza sobrio per recarsi in ufficio senza destare scalpore! 

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Lambretta Mods in spolvero!

Le nostre menti geniali creavano elaborazioni, accessori, abbigliamento e film che poi finivano immancabilmente fagocitati dal calderone delle sottoculture Britanniche, contribuendo a renderle così mitiche e affascinanti da spingere, soprattutto negli anni ’80, qualche coraggioso Italiano ad importarle al di qua delle Alpi, contribuendo alla nascita e alla crescita della scena Scooterista Italiana sulla quale lavoreremo di fino nei prossimi articoli di questa serie…

Torniamo ora alle nostre amate Vespa & Lambretta, dopo questa doverosa analisi sociologica per farvi comprendere al meglio il nostro percorso! Ci eravamo lasciati con i revival Mod e Skinhead, ritornati in Auge dopo l’ondata Punk del 77 e l’uscita del Film Quadrophenia. Si sa, i giovani vanno di corsa e bastano pochi anni per sentirsi fuori posto.

Il calo di interesse per le masse nei riguardi di questi revival, contribuisce a lasciare orfani coloro che avevano giurato eterna fedeltà ai movimento Mod, Punk, Skin e Psychobilly. Molti avevano magari acquistato una bella Vespa PX nuova fiammante, un bel Parka e accessoriato bellamente la propria 2 ruote con specchietti e fanali, salvo poi ritrovarsi ad essere 4 gatti o fuori moda. Altri si stancano per motivi politici e per la relativa ondata di violenza ai concerti.

Il rimpasto di tutti questi reietti, ha un solo credo: “Come in peace or stay home” (fino ad un certo punto…).

Lo scooter, nel frattempo,  continua a dare accesso illimitato alla Libertà. Vengono abbattute le barriere!

There are no strangers here. Just friends they have not met yet.

“Non ci sono sconosciuti qui. Solo amici che non si sono ancora incontrati”. Dalla fine dei 70’s, da Nord a Sud, da Est ad Ovest di Albione nascono gli Scooterclub. La miscela del vissuto Punk, Mod, Skin, Psychobilly e Soulboy si riflette a pieno nello stile degli Scooterboys, nei loro scooters e nel modo di vivere i raduni.

Con mezzi di fortuna migliaia di Vespa e Lambretta saranno completamente rivoluzionate.

Molte vengono tagliate, elaborate e rese essenziali. Prendono il nome di Cutdown! Scudi e parafanghi ridotti al minimo, cofani risagomati o eliminati, selle sportive tipo Snetterton o Giuliari. Prendono il sopravvento conversioni artigianali, kit Polini, Pinasco 177, 210 o TS1 225cc con le immancabili espansioni Mickeck, Fresco o Pytone e carburatori decisamente Oversize come Amal 34mm o Dell’Orto VHB che respirano liberi senza nessun filtro. Less is More.

Sono proprio i Cutdown, secondo me, a rappresentare al meglio l’etica “Do it yourself” degli Scooterboys. Basta una mola, qualche bomboletta di vernice spray, un cortile e qualche birra per creare degli autentici mostri, dando libero sfogo alla fantasia.

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Uno dei tanti Cutdown “semplici” che possiamo ammirare in UK

Il crescente interesse in questa rinnovata scena scooterista, libera e selvaggia, darà la spinta definitiva anche alla qualità complessiva dei custom! I più talentuosi cominceranno ad armarsi anche di saldatrice e attrezzature che permetteranno di creare autentici capolavori. Prendono piede anche Vespa & Lambretta tramutate in chopper. Forcelle allungate, attorcigliate, serbatoi presi in prestito da moto o realizzati ex-novo, pike nuts e selle artigianali daranno un volto tutto nuovo agli scooter Italiani.

Mese dopo mese sbocciano nuove creazioni che si arricchiscono sempre più di accessori, dettagli e tematiche tra le più disparate. Musica, Calcio, Sottoculture, Film, Moda, Eventi Storici, Horror, Fantasy e chi più ne ha più ne metta, stuzzicano la fantasia dei proprietari che dedicano ogni singolo cm del proprio scooter al tema prescelto! Il che comprende anche aerografie, cesellature e trattamenti particolari sulla verniciatura come metalflakee e vreeble paint. Senza dimenticare le cromature e le dorature che contribuiscono a trasformare radicalmente il modo di intendere lo scooter!

Questi custom vengono battezzati. Hanno nomi altisonanti che rimandano alle ispirazioni che li hanno resi possibili. Tra i più iconici ricordiamo: Tangerine Dream, Exile, Headhunters, Little Rascal, Sheer Havoc, Unleashed, Italian Stallion, Little Deuce Scoot, Time, Trouble and Money, Sign of the Snake, solo per citarne alcuni!

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The Sign of the Snake. Uno degli scooter più iconici di tutti i tempi!

Per necessità, ai raduni nel Regno Unito a partire dai primi anni 80, vengono indetti i cosiddetti “Custom Show”. Le migliori creazioni, divise per categorie come “Best Cutdown“, Best Chopper, Best Overall, Best paint etc etc, vengono raccolte in aree dedicate, dove le migliori realizzazioni vengono esposte, dando risalto al proprio spazio aggiungendo specchi sotto il veicolo per evidenziare dettagli nascosti (ma anche ordine e pulizia), quindi coppe vinte ad altri meeting e materiale relativo alla fonte di ispirazione dello scooter.

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Vespa PX dedicata al cantante Soul/R&B Luther Vandross
Una Vespa Cutdown con forcella Twisted allungata. No limits!

Lo stile tagliente e minimale dei Cutdown viene adottato sia su Vespa che, soprattutto, su Lambretta. Ne esistono migliaia di sfumature, come per esempio il Chopper/Cutdown su base Vespa che vedete qui sopra.

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in primo piano un Cutty, in secondo, una Lambretta Full Custom

Declinazioni con motori esasperati su carrozzerie minimali, oppure devoti all’estetica con preziose aerografie, o ancora scooter realizzati in casa con pezzi di recupero. Non esiste un Dogma, solo una macrocategoria dove l’uso di una mola per ridurre ai minimi termini la carrozzeria è il pass di ingresso!

Scudo del lui e manubrio droppato con fanalino minimale!

Di certo una categoria che non lascia indifferenti. O si ama o si odia. Non adatta ai deboli di cuore o agli amanti degli scooter da museo con tutte le vitine brunite o zincate. Probabilmente è proprio racchiusa qui l’essenza che porta a tagliare le Vespa o Lambretta. Negli 80’s non vengono risparmiati neanche i modelli rari come TV1 + SX200 + TV200 o DL!! Senza pietà!!

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Made in Italy!!

Come dicevamo in apertura di questo articolo, con qualche anno di ritardo, questo stile, varca anche la manica, complici le incursioni di alcuni temerari scooteristi Italiani che cominciano a bazzicare anche il Regno Unito, portando a casa alcune copie della rivista Scooter Scene e successivamente di Scootering! Qui sotto trovate il link alla puntata dedicata agli Scooterboys Italiani! Vi invito chiaramente ad iscrivervi anche al nostro canale YouTube!

Già negli ultimissimi anni 80/primi anni 90, con la scissione tra Mods e Scooterboys, era possibile ammirare al Raduno Mod di Rimini, tanti scooter tagliati ed elaborati con quello che si aveva in casa!!

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La Lamasaky del Ferrarese Alby

Qui sopra potete vedere probabilmente il primo Cutdown da Scooterboys in salsa Italica, la Lamasaky di Alberto Vicentini (Duchi Estensi Ferrara). La Marmitta Fresco Underkick di ordinanza, i cofani, lo scudo ed il parafango anteriore riprofilati al minimo!

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PX ridotto all’osso!! Bello!!

Ai giorni nostri, soprattutto in Italia, complici le restrizioni imposte dal CdS, le revisioni sempre più soffocanti e anche una generale mancanza di voglia e soprattutto cultura prettamente Scooterista, coadiuvate da un inesistente e inconsistente ricambio generazionale, è praticamente impossibile vedere esempi di questo controverso stile applicabile alle nostre amate Vespa e Lambretta!

E’ proprio per questo che Scooterismo.it si impegna in primissima linea nel promulgare tutte queste varianti impazzite applicabili agli scooter! Per sensibilizzare, destabilizzare e inculcare quel germe della customizzazione estrema che rende così spettacolare e veramente unica la scena Scooterista.

Per chi si stanca di vedere raduni con parcheggi pieni di Vespa e Lambretta tutte uguali, piatte e senza storie particolari da raccontare. Per chi interpreta lo Scooter come uno stile di vita REALE, dal Lunedì alla Domenica, 24 ore su 24. Per chi si sente Scooterista anche in ufficio o durante il turno alla fresa.

Osate.

Born Free. Ride Free.

Alla prossima…

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    Da quasi 20 anni "on the Road" tra Vespe & Lambrette. Una passione Infinita fatta di Km, mani sporche di grasso e goliardia; il tutto a ritmo di Northern Soul, Ska, Britpop & Punk! Anonima Scooterists & Green Onions SC

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