Scooterboy Nostalgia #3 – L’Alba di una Nuova Era

Scooterboy Nostalgia #3 – L’Alba di una Nuova Era

 

Scooterboy Nostalgia #3 – Proseguiamo la nostra Cronostoria dello Scooterismo in Italia proponendovi la Storia del ROCCIA! Storico “Personaggio” che, attraverso 3 decadi, ha vissuto in prima Persona l’Evoluzione della Scena Scooteristica dal Periodo Mods vs Skinhead fino alla Nascita del movimento Scooterboy in Salsa Italiana!

SC- Come sei arrivato ad abbracciare il movimento Scooterista? Da sempre le Scene Punks, Skins & Mods sono state dei grossi bacini da cui attingere! Cosa ti Spinse a montare in Sella dei Ferrivecchi?

R- Già dalla fine degli anni ’70 ero vittima del Punk. Rubai la cassetta di Never Mind the Bollocks in un negozio all’età di 12 anni. Poi scoprii gli Skinheads e fu amore totale. Erano i primi anni ’80 e la scena Scooterboy inglese era al suo picco massimo. In Italia, la cosiddetta scena, non è mai stata a compartimenti stagni, quindi era normale avere amici che appartenevano ad altre sottoculture. Ci si mescolava parecchio, magari non tanto stilisticamente quanto musicalmente. Iniziai a frequentare le Pasque Riminesi, comprai una Lambretta 150 Silver Special, e mi buttai nella mischia.

SC- Come mai città come Pisa, Siena, Lucca, Rovereto, Pordenone, Ferrara diventano le “Capitali dello Scooterismo”? Cosa avevano di Diverso rispetto alle grandi città?

R- Credo che dipenda da una certa mentalità “di provincia”. Noi provinciali siamo sempre stati più schietti, diretti, gente senza fronzoli e senza paura di sporcarsi le mani, tutte caratteristiche che ritrovi amplificate nella scena scooter. D’altronde guarda anche in UK: moltissimi grandi scooter clubs vengono dalla provincia profonda. Yorkshire, Somerset, Tyneside, Cumbria, per non parlare di Scozia e Galles. È la rivincita dei rozzi campagnoli contro i raffinati cittadini. Come cantavano gli Housemartins: “London 0 – Hull 4”!

SC- Riguardo al Raduno Mods di Rimini… Quali sono gli Episodi che ti sono rimasti più a cuore che ti facevano sentire realmente parte del movimento mods, skins etc…

R- “Natale con i tuoi, ma Pasqua a Rimini” è stato un motto della mia gioventù. Credo che la scena Scooterboy italiana debba pagare il giusto tributo ai raduni Mods di Rimini, perchè senza la politica di “dress code” all’ingresso, non si sarebbe sviluppata quella mentalità di fare baldoria ad ogni costo e di vestirsi come cazzo ci pare che poi arrivò a sfociare nella costituzione della FISCA.
Resta inteso che io sono uno che crede che ognuno organizza l’evento che vuole, e che se l’organizzazione vuole applicare il dress code è padronissima di farlo. Io alle serate Mod di Rimini mi presentavo in suit & brogues, non in Get-A-Grip e Levi’s svarichinati. Episodi da raccontare ce ne sarebbero troppi, ma credo che le scenette della coppia Trippa – Gigi Jazz siano irripetibili. La fuga in Vespa sul viale Ceccarini con le parrucche viola in testa, inseguiti dalle volanti della Polizia rimane leggendaria!

SC- Non c’erano tanti Raduni & serate come ai giorni Nostri, come si arriva dalla FISCA all’idea di Fare un Raduno come quello dell’ELBA?

R- Era la fine degli anni ’90. Il sodalizio scooteristico Pisa-Lucca-Siena era una solida realtà. I Green Onions avevano già esperienza di organizzazione di raduni, a Pisa avevamo fatto qualcosa anche se in tono minore. L’idea arrivò su spunto di Paolo Storai che aveva organizzato un raduno Lambretta Club Toscana all’Elba qualche anno prima. La cornice era splendida, c’erano un mucchio di strutture perfette per lo scopo, l’idea della traversata in traghetto piaceva a noi cresciuti con il mito dell’August Bank Holiday di Isle of Wight. Facemmo qualche ricognizione, prendemmo contatti, e tutto ebbe inizio. Sono molto orgoglioso di aver preso parte a quel progetto che dette vita ad uno dei più grandi e qualitativamente migliori raduni scooter europei. Abbiamo avuto gente dalla Finlandia, dagli USA, perfino un giapponese (che fu premiato come miglior giapponese del raduno), per non parlare di inglesi, tedeschi e austriaci, sempre numerosissimi. Serbo dei bellissimi ricordi dello Scooter Rally Toscano dell’Isola d’Elba.

SC- Hai vissuto anche in UK, quali erano le differenze più evidenti dei Movimenti UK vs ITA?

R- Alla fine la radice era la stessa: passione per gli Scooters, per certa musica, per certi stili sottoculturali, la voglia di far baldoria e di stare insieme a gente con i tuoi stessi gusti. C’è da dire che in Italia i numeri sono sempre stati più piccoli dato che lo scooterismo britannico è stato ed è tutt’ora un fenomeno di massa. D’altro canto l’Italia presenta indiscutibili vantaggi nell’ospitate un raduno internazionale, come la bellezza dei luoghi, il cibo, la socievolezza degli italiani. Gli scooteristi britannici hanno sempre amato l’Italia in quanto terra d’origine di Vespa e Lambretta. Una volta ero a Stoke-On-Trent per il 30′ anniversario del Casino Club di Wigan: vidi passare un tipo su una Lambretta skelly e lo seguii. Quello svolta ed entra in un’officina. Entro anche io. Dentro c’erano una quindicina di Scooterboy con i loro mezzi che bevevano e chiacchieravano. Saluto e dico: “Salve, sono venuto dall’Italia per l’ Allnighter di stasera. Posso dare un’occhiata agli scooters?” Si alza uno che mi fa: “Tu sei Roccia, quello del Rally dell’Elba. Ci siamo conosciuti all’Isle of Wight. Cosa vuoi bere?”
Era un movimento bellissimo a livello europeo, tutti si conoscevano o avevano amici comuni. Sono stati anni davvero fantastici per me.

“There are no strangers here. Just friends they have not met yet.”

  • mm

    Da quasi 20 anni "on the Road" tra Vespe & Lambrette. Una passione Infinita fatta di Km, mani sporche di grasso e goliardia; il tutto a ritmo di Northern Soul, Ska, Britpop & Punk! Anonima Scooterists & Green Onions SC

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